Per i 100 anni dalla nascita di Camilleri Arriva al Teatro Verdi di Gorizia Il birraio di Preston
Un grande affresco teatrale in scena martedì 16 dicembre alle 20.45
Nel segno delle celebrazioni per il Centenario della nascita di Andrea Camilleri (1925–2025), il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Gorizia ospita Il birraio di Preston, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo pubblicato da Sellerio, uno dei testi più amati e rappresentativi dello scrittore siciliano.
L’appuntamento si inserisce come quarto titolo della stagione di Prosa, rendendo omaggio a una delle voci più autorevoli e popolari della letteratura italiana del Novecento.
Lo spettacolo rientra ufficialmente nel programma del Centenario Camilleri, promosso dal Fondo Andrea Camilleri insieme al Comitato Nazionale Camilleri 100, a conferma del valore culturale e simbolico dell’iniziativa.
Camilleri e il teatro
Prima ancora di essere narratore, Camilleri è stato uomo di teatro: regista, drammaturgo, sperimentatore del linguaggio scenico. Come lui stesso ricordava, il suo rapporto con il palcoscenico nasce alla fine degli anni Quaranta e non si è mai interrotto, alimentato da una continua ricerca linguistica e narrativa.
Il birraio di Preston rappresenta uno degli esempi più compiuti di Camilleri drammaturgo di se stesso, capace di trasporre la propria scrittura in una forma teatrale che ne preserva ironia, struttura temporale e forza evocativa, aprendo, nelle sue parole, “un nuovo viaggio del testo, sempre diverso e sempre imprevedibile”.
La riduzione teatrale è firmata dallo stesso Andrea Camilleri insieme al regista Giuseppe Dipasquale, che guida anche la messinscena.
Una storia corale, tra ironia e tragedia
Ambientato nella Vigàta ottocentesca, Il birraio di Preston prende avvio dall’inaugurazione del nuovo teatro civico “Re d’Italia”. L’ostinazione del prefetto di Montelusa, deciso a imporre un’opera lirica sgradita alla popolazione, innesca una catena di eventi grotteschi e drammatici, fino a sfiorare una vera e propria guerra civile e culminare nell’incendio del teatro.
Attorno a questo nucleo si intreccia una galleria di personaggi memorabili: funzionari, notabili, cantanti, avvocati, dinamitardi, che danno vita a una narrazione corale, divertentissima e al tempo stesso tragica.
Attraverso il paradosso e il grottesco, Camilleri costruisce una metafora potente della Sicilia, dei suoi conflitti interni, delle tensioni tra potere e comunità, tra appartenenza e imposizione esterna. Una riflessione lucidissima, che conserva ancora oggi una sorprendente attualità.
Lo spettacolo
La regia di Giuseppe Dipasquale restituisce la complessità del romanzo attraverso una struttura teatrale che mantiene la scomposizione temporale dell’opera originale, localizzando l’azione in uno spazio scenico che è al tempo stesso teatro e luogo della memoria.
In scena un cast di rilievo, con Edoardo Siravo, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi, affiancati da un ampio ensemble. Le scene di Antonio Fiorentino e i costumi – ripresi da Stefania Cempini e Fabrizio Buttiglieri su un’idea di Gemma Spina – contribuiscono a creare un affresco vivido, ironico e profondamente teatrale.
Lo spettacolo è prodotto da Marche Teatro, Teatro Al Massimo di Palermo e Teatro di Roma, ed è stato più volte rappresentato con successo nelle principali città italiane.
