LA VITA AL CONTRARIO – Il curioso caso di Benjamin Button

Crediti

di Francis Scott Fitzgerald
con Giorgio Lupano
e con Lucrezia Bellamaria
regia Ferdinando Ceriani
elaborazione teatrale Pino Tierno

ideazione scenica Lorenzo Cutuli
colonna sonora  Giovanna Famulari e Riccardo Eberspacher
costumi Laura dè Navasques/costumEpoque
foto Franco Oberto
produzione a.ArtistiAssociati

Giorgio Lupano

ph © Luigi Cerati

Scheda Spettacolo

In una messinscena onirica e suggestiva, Giorgio Lupano dà anima e corpo alla storia dell’uomo nato anziano che ha vissuto la sua vita all’incontrario. Per dirci che ognuno è speciale.
Nato ottantenne nel corpo di un bambino, Nino Cotone vive (ma solo nell’aspetto) una vita inversa. Vittima di un curioso scherzo del destino, affronta l’infanzia come se fosse un anziano e la vecchiaia come se fosse un bambino. Ha con sé una valigia in cui ha raccolto i ricordi della sua strana vita. Vuole raccontarla prima di dimenticare, prima di cadere in un eterno presente, quello dei neonati che non hanno la percezione del tempo che passa.
Nell’adattamento di Pino Tierno, la straordinaria favola moderna di F. S. Fitzgerald, che s’interroga sul significato della vita, si svolge in Italia, dall’Unità ai primi Anni Settanta. Pino Tierno rimane fedele il più possibile all’opera originale servendosi della voce narrante del protagonista, proprio come faceva a suo tempo Fitzgerald che inseriva spesso una voce narrante nelle sue opere.
In questo allestimento, che dà ampio spazio all’onirico e all’immaginazione, Giorgio Lupano dà anima e corpo a quest’avventura fantastica che porterà lo spettatore a ripercorrere parte della storia del nostro paese; e numerosi sono i personaggi a cui il grande attore darà voce, movenze, tridimensionalità in un gioco interpretativo che tocca tutte le corde: dal comico, al grottesco, al drammatico. Parola, musica, immagini, canzoni sono gli ingredienti del racconto di una vita in cui il tempo, sottratto alla natura convenzionale che l’uomo gli ha attribuito, si reinventa e ci fa riflettere sul senso di un’esistenza non più scandita dalle lancette ma bensì dal sentimento.